DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO

DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5, 2015) definisce i disturbi specifici di apprendimento (DSA) come disturbi caratterizzati dalla persistente difficoltà di apprendimento delle abilità scolastiche chiave (lettura, scrittura, calcolo, comprensione e parola) per almeno 6 mesi. In particolare, il bambino manifesta difficoltà nell’espressione di alcune abilità scolastiche quali ad esempio:

  • La lettura delle parole (lenta o imprecisa e faticosa);
  • La comprensione del significato di contenuti;
  • Il calcolo numerico (la comprensione di concetti e dati numerici, ragionamento matematico, contare all’indietro, ricordare le tabelline, ecc.);
  • Lo spelling delle parole;
  • La scrittura delle parole (dimenticanza di lettere nelle parole o disposizione nell’ordine sbagliato).

Le abilità scolastiche sono al di sotto di quelle attese per età e causano interferenza con il rendimento scolastico o lavorativo. Tali difficoltà di apprendimento iniziano durante gli anni scolastici e oltre ad influenzare negativamente le prestazioni scolastiche possono anche ostacolare l’apprendimento di altre materie. Le difficoltà di apprendimento sono considerate “specifiche” in quanto non sono attribuibili a disabilità intellettive, a ritardo globale dello sviluppo a disturbi uditivi o visivi o a disturbi neurologici o motori. Gli individui che manifestano un DSA mostrano livelli normali di funzionamento intellettivo (QI nella norma).

I disturbi specifici di apprendimento (DSA) si distinguono in:

Dislessia: compromissione della capacità di lettura (accuratezza nella lettura delle parole, nella velocità o fluenza della lettura e comprensione del testo);

Disgrafia: compromissione dell’espressione scritta (accuratezza nello spelling, nella grammatica e nella punteggiatura);

Discalculia: compromissione della capacità di calcolo (comprensione del concetto di numero, memorizzazione di fatti aritmetici, calcolo accurato o fluente e ragionamento matematico corretto).

Tali compromissioni, come precedentemente accennato sono “dominio- specifiche” ovvero interessano unicamente specifiche abilità (lettura, scrittura e calcolo) in modo significativo ma circoscritto lasciando inalterata l’integrità del funzionamento intellettivo generale. Tali compromissioni possono manifestarsi con differenti gradi di gravità: lieve, moderata e grave.

Come faccio a capire se è presente un Disturbo dell’Apprendimento?

Per accertarsi della presenza o meno di un DSA è necessaria una valutazione psicodiagnostica approfondita. In particolare, il processo psicodiagnostico che consente di giungere alla diagnosi di DSA prevede l’utilizzo di una metodologia che prevede: osservazioni, colloqui clinici, somministrazione di scale di valutazione (test standardizzati). Inoltre, essa prevede l’esame della storia medica, evolutiva, educativa e familiare, scolastica (funzionamento e rendimento scolastico), sociale e lavorativo (negli adulti). Per porre diagnosi di DSA è necessario escludere la presenza di ritardo mentale, di patologie o anomalie sensoriali (es. deficit visivi o uditivi), neurologiche, cognitive gravi e di serie psicopatologie. E’ possibile diagnosticare la presenza di disturbi specifici dell’apprendimento solo a partire dalla scuola primaria, in particolare dalla fine della classe seconda, per quanto riguarda dislessia, disgrafia e disortografia, e dalla fine della classe terza per la discalculia.

A completamento della diagnosi clinica si pone la diagnosi funzionale che descrive il profilo di funzionamento soggettivo rispetto a diversi aspetti. Essa riguarda la valutazione delle abilità fondamentali o complementari (linguistiche, percettive, prassiche, visuo-motorie, attentive, mnestiche), dei fattori ambientali e delle condizioni emotive e relazionali, prevede l’esame della comorbilità, che può riguardare sia la compresenza di più disturbi specifici dell’apprendimento sia di altri disturbi evolutivi.

È fondamentale, compiere una valutazione psicologica in presenza di segnali di DSA, al fine diagnosticare il più precocemente possibile un eventuale disturba; ciò consente di intervenire tempestivamente, limitando le difficoltà e favorendo un’evoluzione quanto più positiva dei processi di apprendimento.

La comunità scientifica internazionale ha evidenziato la presenza di comorbilità sia fra gli stessi disturbi specifici dell’apprendimento che tra essi e altri disturbi come l’ADHD, il disturbo della condotta, il disturbo oppositivo-provocatorio, i disturbi dell’umore, i disturbi d’ansia, i disturbi somatoformi, le disprassie, ecc. In alcuni casi, i disturbi d’ansia o i disturbi del comportamento possono essere una conseguenza del DSA e delle scarse prestazioni scolastiche che esso comporta.

Questi disturbi sono presumibilmente legati a disfunzioni del sistema nervoso centrale e possono essere presenti lungo l’intero arco di vita (Cornoldi, 1999); secondo la Consensus Conference l’origine dei DSA sarebbe da ricercare nella presenza di anomalie congenite in alcune aree cerebrali. La struttura cerebrale e le connessioni neuronali necessarie all’elaborazione delle informazioni, nei soggetti che manifestano un DSA, si svilupperebbero secondo processi differenti.

(clicca qui per approfondire l’argomento DSA)