Disturbo da Insonnia
L’insonnia è il disturbo del sonno più diffuso negli Stati Uniti e nei paesi dell’Europa occidentale. Il termine “insonnia” deriva dal latino “insomnia” che significa letteralmente “mancanza di sogni”. L’insonnia è caratterizzata da una reiterata difficoltà di inizio, durata, mantenimento del sonno o da una sua scarsa qualità che determinano un sonno non ristoratore. Coloro che offrono di insonnia manifestano una predominante insoddisfazione relativa alla quantità e/o alla qualità del sonno associata a uno dei seguenti elementi:
1) difficoltà a iniziare il sonno (nei bambini può manifestarsi la necessità d’intervento della persona che se ne prende cura);
2) difficoltà a mantenere il sonno caratterizzata da frequenti risvegli o problemi a riaddormentarsi;
3) risveglio precoce al mattino con difficoltà a riaddormentarsi.
L’insonnia comporta sintomi notturni e diurni e può essere episodica, cronica o ricorrente (DSM-5).
- Sintomi notturni: difficoltà di inizio e/o mantenimento del sonno, sonno leggero e non ristorativo (e.g., Morin & Espie, 2004)
- Sintomi diurni: difficoltà di concentrazione e memoria, calo del tono dell’umore, irritabilità, difficoltà sociali/occupazionali o in altre aree importanti del funzionamento
L’insonnia può essere conseguenza di vari fattori: psicologici, fisiologici, situazionali-ambientali e spesso dell’interazione tra questi. Per approfondire il tema dell’insonnia e del trattamento psicologico clicca qui.
Insonnia da errata percezione del sonno
Gli studi sperimentali hanno evidenziato che non sempre un disturbo del sonno soggettivamente percepito corrisponda oggettivamente ad un’alterazione del sonno. Pertanto, nella valutazione dell’insonnia è necessario considerare due aspetti:
- Oggettivo: difficoltà ad addormentarsi e a mantenere una continuità del sonno;
- Soggettivo: percezione di una insoddisfacente qualità del sonno. Quest’ ultimo aspetto non trova necessariamente conferma nelle valutazioni obiettive (registrazione poligrafica del sonno).
Alcune persone possono avere una errata percezione del sonno lamentando un disturbo del sonno in assenza di un’alterazione oggettiva (verificata in laboratorio). Tali persone riferiscono spesso di dormire poco o per nulla o di avere un sonno poco ristorativo mentre la registrazione polisonnografica registra parametri del sonno nella norma. In questi casi è presente una marcata discrepanza tra percezione soggettiva e rilevazione oggettiva della quantità e qualità del sonno.
Gli pseudo-insonni lamentano spesso:
- Ridotta quantità di sonno totale
- Ridotta efficienza psicofisica
Questi aspetti sono spesso spiegabili da una maggiore latenza nei tempi di addormentamento e dalla presenza elevata di “microrisvegli” (per pochi secondi), non percepiti dai soggetti, che determinano una frammentazione della continuità del sonno.
Spesso una cattiva igiene del sonno può essere all’origine dell’insonnia, pertanto è importante individuare le abitudini e i comportamenti che ostacolano un sonno soddisfacente.
COMPORTAMENTI DI UNA CATTIVA IGIENE DEL SONNO
- orari di sonno irregolari;
- attività fisica intensa poco prima di andare a dormire;
- uso eccessivo di caffeina, alcol, nicotina;
- carico eccessivo di stress, al lavoro e a casa;
- discussioni a letto;
- problemi legati ad un’insoddisfacente o, al contrario, assai intensa, sessualità;
- frustrazione per non riuscire a dormire;
- ruminazioni a letto;
- sforzarsi di dormire;
- lavorare sino ad appena prima di andare a letto;
- inadeguatezza del letto in cui si dorme;
- problemi legati alle condizioni della camera da letto (temperatura, rumori, umidità ecc.)
Nei casi in cui l’insonnia dipenda da una cattiva igiene del sonno la rimozione delle abitudini negative determina un ristabilirsi di un sonno normale.
INSONNIA E DISTURBI PSICOLOGICI
L’insonnia è un sintomi trasversale a diversi quadri psicopatologici:
Ansia: difficoltà nell’addormentamento e nel mantenimento del sonno (risvegli notturni).
Depressione: breve latenza del sonno REM, risveglio finale anticipato, riduzione del tempo totale di sonno e delle fasi di sonno ad onde lente.
Schizofrenia: minore latenza del sonno REM, risveglio durante la notte, riduzione del tempo totale di sonno e delle fasi di sonno ad onde lente.
Il trattamento di queste forme di insonnie secondarie rimanda allo specifico trattamento per il disturbo psichiatrico del quale il disturbo di sonno può considerarsi solo una conseguenza “secondaria.
TERAPIE FARMACOLOGICHE
- Ipnotici
- Ansiolitici
- Antidepressivi
TERAPIE PSICOLOGICHE
- Igiene del sonno
- Training autogeno
- Psicoterapia
- Rilassamento progressivo
Disturbo da ipersonnolenza (ipersonnia)
L’ipersonnolenza è caratterizzata da un’eccessiva sonnolenza nonostante un periodo di sonno della durata di almeno sette ore. Essa si può manifestare con: 1) periodi ricorrenti di sonno; 2) intrusioni di sonno nel corso della stessa giornata; 3) un episodio principale prolungato di sonno della durata di più di nove ore al giorno che risulta non riposante; 4) difficoltà nell’essere completamente svegli in seguito a un risveglio improvviso, oppure con la combinazione di questi diverse manifestazioni. L’ipersonnolenza può essere: a) Acuta (durata inferiore a 1 mese); b) Subacuta (tra 1 e 3 mesi); c) Persistente (durata superiore a 3 mesi).
Narcolessia
La narcolessia si manifesta con periodi ricorrenti di irrefrenabile bisogno di dormire, di attacchi di sonno o di sonnellini che si verificano nello stesso giorno con episodi di cataplessia (perdita improvvisa del tono muscolare che può causare caduta a terra spesso associato ad emozioni intense come allegria, rabbia, paura o sorpresa).
Disturbi del sonno correlati a respirazione
Tra i disturbi del sonno correlati alla respirazione rientrano le apnee e l’ipoventilazione:
- Apnea/ipopnea ostruttiva del sonno;
- Apnea centrale del sonno;
- Ipoventilazione correlata al sonno.
Disturbi circadiani del ritmo sonno-veglia
Sono caratterizzati da una persistente e ricorrente interruzione del sonno dovuta principalmente a un’alterazione del il ritmo circadiano sonno-veglia che determina un’eccessiva eccessiva sonnolenza e/o a insonnia. I disturbi circadiani del ritmo sonno-veglia possono essere distinti in diverse tipologie: 1) tipo fase di sonno ritardata; 2) tipo fase di sonno anticipata; 3) tipo ritmo sonno-veglia irregolare; 4) tipo ritmo sonno-veglia diverso dalle 24 ore; 5) tipo lavoro con turni.
Parasonnie
Tra le parasonnie rientrano diversi disturbi che si manifestano in alterazione del sonno e del comportamento associato ad esso.
Disturbi dell’arousal del sonno non-REM (episodi ricorrenti di risvegli incompleti dal sonno accompagnati da sonnambulismo e/o da terrore nel sonno; il soggetto riferisce poche o nessuna immagini oniriche ed è presente amnesia degli episodi);
Disturbo comportamentale del sonno REM (ripetuti episodi di arousal durante il sonno associati a vocalizzazioni e/o comportamenti motori complessi che insorgono durante il sonno REM).
Disturbo da incubi; caratterizzato da continuo manifestarsi di sogni terrificanti che portano al risveglio. Tali sogni paurosi e/o le interruzioni del sonno conseguenti ai risvegli provocano nel soggetto un forte stress che interferisce con il suo funzionamento sociale e lavorativo.
Sindrome delle gambe senza riposo: bisogno di muovere le gambe di solito accompagnato da sensazioni sgradevoli e spiacevoli alle gambe.
Paralisi del sonno: è caratterizzata dall’incapacità di svolgere qualsiasi attività motoria volontaria, la persona ha la percezione di essere completamente immobilizzata nonostante sia cosciente. Episodi di paralisi del sonno possono verificarsi durante la fase di addormentamento (“paralisi ipnagogiche”) o in seguito ad un risveglio (“paralisi ipnopompiche”). Questi episodi possono essere accompagnati da allucinazioni uditive o visive e durare da pochi secondi a parecchi minuti.
Pavor nocturnus o disturbo da terrore nel sonno: è un’alterazione qualitativa del sonno caratterizzata da parziale risveglio dal sonno profondo, spesso improvviso, con uno stato di agitazione intensa (sudorazione, pallore, respiro affannoso, tachicardia, ecc.)
Sonnambulismo: è caratterizzato da movimenti o comportamenti, a volte anche complessi (camminare, sedersi, parlare, ecc.), che si verificano nel corso del sonno REM. La persona non è cosciente dell’ambiente circostante e non reagisce agli stimoli, continua a dormire svolgendo attività motorie ad occhi aperti.
Bruxismo: consiste nel digrignamento dei denti (facendoli stridere) dovuto alla contrazione della muscolatura masticatoria durante il sonno.
Risvegli confusionali: consistono in episodi di risveglio parziale non associati a deambulazione o disturbi autonomici.
Enuresi notturna: consiste in episodi ricorrenti (almeno 2 notti alla settimana) di perdita involontaria e completa di urina durante il sonno in soggetti di età superiore ai 5 anni.
Allucinazioni Ipnagogiche o Ipnpompiche: consistono in esperienze vivide, simili al sogno, spesso a contenuto bizzarro o terrifico, che si verificano all’addormentamento (“ipnagogiche”) o in seguito ad un risveglio (“ipnopompiche”). Durante tali fenomeni le sensazioni sperimentate possono essere considerate per reali ed associarsi a paralisi del sonno.
Sonniloquio: si manifesta nel comportamento di parlare nel sonno, le parole possono essere comprensibili e formare un vero e proprio dialogo oppure consistere in farfugliamenti incomprensibili. Chi ne soffre non ricorda di aver parlato durante il sonno la mattina successiva. Il sonniloquio è una parasonnia abbastanza diffusa nei bambini, ma può presentarsi anche in soggetti adulti.